17 lug 2007

Nucleare si, nucleare no

Al liceo ho scritto un tema sull'argomento. Ero piuttosto bravino in italiano, ma quella volta ho sbancato: il voto più alto mai preso, e l'onore della lettura dello scritto in classe.
Purtroppo non me la sono potuta godere, essendo a casa influenzato.
Ricordo la telefonata di un amico con la descrizione dei fatti. Penso fosse anche un po' invidioso :-)
La cosa che più mi ha fatto piacere è stato l'atteggiamento della Docente. Mentre personalmente sostenevo la necessità di votare a favore del nucleare (c'era un referendum), la mia Professoressa era decisamente d'altro avviso. Sembra abbia detto: "non sono d'accordo in nessun punto con quel tema, ma non posso eccepire nulla, ha giustificato ogni parola".
In sintesi già all'epoca tutti i nostri vicini, Francia in primis, avevano costruito impianti a pochi chilometri dal confine con l'Italia.
Al di là delle considerazioni economiche, mi sembrava ingenuo rinunciare ad una fonte energetica indispensabile per un Paese nella nostra situazione, senza con questo ridurre minimamente i rischi.
Negli anni successivi gli scandali legati a tangentopoli, agli appalti dei lavori per gli stadi dei Mondiali '90, mi hanno portato (almeno in parte) a riconsiderare alcune precedenti convinzioni.
Data la corruzione imperante, i rischi di costruire dei siti in Italia sarebbero stati notevoli..
Il recente incidente seguito al forte terremoto in Giappone ha mostrato che tentativi di insabbiamento, faciloneria ed imprudenza non sono solo appannaggio nostrano.
Ciononostante continuo a pensare che, pur avendo la necessità di sviluppare quanto più possibile energia eolica e solare, abbiamo commesso un grave errore nel rinunciare alle centrali.
Sono convinto del fatto che le cose vanno fatte bene, o è meglio non farle, ma, con una minore dipendenza energetica (e che il petrolio fosse un cappio all'epoca lo si sapeva già), forse oggi si starebbe un po' meglio.

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