Nam, Boxe, Parkinson
Non e' solo perche' la trovi una bella frase. Deriva anche dall'ammirazione che nutro nei confronti di un personaggio, un campione, un afroamericano, un uomo.
Che cos'e' la boxe? Le risposte possono essere molto diverse.
Quando si vede un evento di alto livello, a mio parere, e' lecito rispondere uno sport.
Credo che chi ha avuto il piacere di assistere a certi incontri, di Ali, di Marvin Hagler, abbia il diritto di rispondere un'arte.
Negli ultimi anni non ho piu' avuto occasione di vedere nulla di paragonabile.
La differenza, come sempre, a mio parere, la fanno le persone.
Come mi sarei comportato se ai tempi della guerra in Vietnam fossi stato chiamato in servizio?
Sarei partito, semplice.
Avendo paura di morire, e sperando di riuscire a sopravvivere con onore.
In che condizioni sarei tornato, questo, onestamente, non lo so.
Ma rispetto ed onoro l'uomo Muhammad Ali - Cassius Clay, per le motivazioni della sua scelta, e per il coraggio nell'affrontarne le conseguenze.
Per un uomo di colore, quella decisione, negli anni 60', in America, non deve essere stata per niente facile.
Quell'uomo forte ha avuto il coraggio di mostrarsi malato, di fronte al mondo, di un terribile morbo. Qualcosa che toglie energie, controllo, a volte dignita'.
A Shayna, che, come spesso accade da quando ho avuto il piacere di cominciare a leggere il suo blog, mi ha dato uno spunto di riflessione.
A Michael J. Fox, per il coraggio dimostrato nell'uscire a sua volta allo scoperto, e per l'impegno nella lotta al morbo di Parkinson ed il sostegno alla ricerca sulle cellule formative.
Ad Ali, indimenticabile campione.
A Milo, che nel Nam c'e' andato veramente, ha visto gli orrori di una guerra, ed e' riuscito a tornare. Welcome home, Milo.
Ed infine a Giulio, che ieri ha aspettato per ore il mio promesso aiuto per montare dei mobili, mentre assorto (ma non immemore) vagavo per la rete e pasticciavo col codice html. Ti chiedo ancora scusa per il ritardo :-)
Ehi, niente male la pizza di ieri sera!