28 ott 2007

Living

Credo che i Mattafix abbiano fatto centro anche questa volta.
Un ritmo interiore simile ad alcuni ormai classici lavori di Peter Gabriel.
Al di là del testo, della musica, quello che più mi colpisce
in Living Darfur è il video.
Sguardi, occhi, sorrisi, panorami, colori.. l'Africa. Un modo di celebrare la vita che da noi si vede raramente. Probabilmente quando sopravvivere non è molto più che casuale ogni momento buono è una festa.
Anni fa mi è stata raccontata la storia di una persona che visitava le baraccopoli per sentirsi più grande ed importante dei poveracci che incrociava.
Ricordo la mia rabbia, la delusione nei confronti di un essere umano così meschino.
Dentro certi uomini c'è qualcosa di sbagliato, forse un gene che non s'è attivato correttamente.
Viaggiare in Paesi lontani, vedere immagini di povertà diffusa, al contrario, mi fa sentire molto piccolo.
La prima volta che ho attraversato l'Atlantico ho pensato: quanti Alex affiancati ci vogliono per coprire questa distanza? Granelli di sabbia..


See the nation through the people's eyes,
See tears that flow like rivers from the skies.
Where it seems there are only borderlines
Where others turn and sigh,
You shall rise

There's disaster in your past
Boundaries in your path
What do you desire will lift you higher?
You don't have to be extraordinary, just forgiving.
And those who never heard your cries,
You shall rise
And look toward the skies.
Where others fail, you prevail in time.
You shall rise.

You may never know, If you lay low, lay low
You shall rise

Sooner or later we must try... Living
You may never know, If you lay low, lay low

See the nation through the people's eyes,
See tears that flow like rivers from the skies.
Where it seems there are only borderlines
Where others turn and sigh,
You shall rise

You may never know, If you lay low, lay low

Sooner or later we must try... Living

Living Darfur - Mattafix

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