30 apr 2007

Laicità

Ho appena finito di leggere un interessante articolo sulla Stampa.it. Il tema è l'attuale situazione di tensione in Turchia.
Circa un milione di persone sono scese in piazza per fare pressione sulle istituzioni e chiedere democrazia.
Il Governo vuol dar l'impressione di mantenere la rotta. In realtà, hanno tutti gli occhi puntati ad eventuali reazioni delle Forze Armate, costituzionalmente incaricate di mantenere la laicità dello Stato. Compito che l'Esercito ha, tra l'altro, sempre fedelmente osservato.
Peccato che anche da noi non ci sia stato un potere forte con analoga mansione. La Dc non avrebbe dettato legge per tanti anni, e le continue interferenze Vaticane nella vita politica italiana non sarebbero state permesse. Purtroppo questo è solo un bel sogno.
E qualcuno da noi oggi ha il coraggio di parlare di esasperato laicismo..

Ieri sera c'è stata una piccola discussione sul diritto di cronaca.
Il mio interlocutore asseriva che, per legge, nel nostro Paese ciò consentirebbe ad un giornalista (o a chicchessia) di poter scrivere un articolo, per ipotesi, anche sul fatto che stamattina io sia andato a comprare il pane. Ovviamente non ero d'accordo.
Mi sono documentato un po': il diritto di cronaca deriva direttamente dalla norma che tutela la libertà di espressione sancita dall'art. 21 della Costituzione, e prevede
la facoltà di raccontare un evento di pubblico interesse.
Esso non dovrebbe però collidere con il diritto alla privacy e all'anonimato.
Pertanto da una parte la Giurisprudenza ha stabilito che i fatti devono essere filtrati in base ad un limite di coscienza del giornalista, selezionando cioè gli avvenimenti il cui interesse possa essere condiviso dalla maggior parte del pubblico.
Dall'altra le Carte Deontologiche sono intervenute stabilendo alcune norme circa la divulgazione delle notizie.
Di fatto, in Italia tale diritto viene sfruttato per interessi di parte o incoscienza per raccontare quelli che possono anch'essere considerati fatti, si, ma non certo notizie, né tanto meno fare informazione e cultura.
D'altra parte se programmi come reality e trash tv in genere hanno successo vuol dire che esiste un pubblico a ciò interessato.
Ma questo significa solo ammettere che abbiamo grossi problemi, niente di più.
Mi rendo conto che qualsiasi limitazione alla libertà di espressione potrebbe essere utilizzata per imbavagliare i media, e questo sarebbe male (o no? mah.. dipende).
Quanti ingiusti ed inutili danni, diretti o collaterali che siano, siamo però disposti ad accettare dall'utilizzo eccessivo e spregiudicato di tale diritto?

3 commenti:

Unknown ha detto...

Mumble mumble... forse non ho capito io quello che intendi dire, ma ritengo che il concetto "si può pubblicare anche la lista della spesa" come articolo di un giornale sia perfettamente valido. L'importante è trovare un editore che decida di pagare per quell'articolo, e di pubblicarlo sul proprio giornale. Saranno poi i lettori a giudicare se quell'articolo è interessante, e quindi, in un ambito di libero mercato, acquistare o meno il giornale. Così come sarà l'editore a decidere se continuare a pubblicare le mie liste della spesa. Se poi ho abbastanza denaro, potrei, nel caso nessuno me le pubblicasse più, decidere di fondare io un giornale, trovando un eventuale direttore responsabile, e pubblicare giorno dopo giorno le mie liste della spesa... Tu citi, nei primi capoversi, quello che è l'incipt di una tesi di laurea, quindi senza alcun valore legale: c'è da dire che di fatto manca, in italia, una definizione del diritto di cronaca; la giurisprudenza lo considera sempre come un'esimente ex art. 51 cp in casi di diffamazione a mezzo stampa o simili e ne evoca i requisiti (principio di verità, continenza, interesse pubblico alla conoscenza dei fatti). Questo significa che qualsiasi cosa voglia scrivere il giornalista, lo può fare, a meno di non incorrere in reati di natura varia (diffamazione,ecc..)
Che poi l'informazione debba (possa) avere una utilità sociale è indubbio, ma allora dovresti spiegarmi perchè in un giornale di gossip di questa settimana è pubblicata la lista della spesa di una nota soubrette:-)
Per riassumere: un giornalista può scrivere qualsiasi cosa, a patto che trovi qualcuno che gliela pubblica e che non leda altrui diritti.
Baciuz
G

arizona69 ha detto...

"Per riassumere: un giornalista può scrivere qualsiasi cosa, a patto che trovi qualcuno che gliela pubblica e che non leda altrui diritti."
Ovvero, può far quel che vuole, tanto , per come vanno i processi da noi, e data la loro durata, che dei diritti altrui ci faccia cartine e se le fumi, alla Legge non frega niente ;-)
E qui torno alla mia vecchia opinione: su queste cose, meglio il Far West.

arizona69 ha detto...

E, ovviamente, Big G, grazie per l'intervento